Dopo il boom della New Economy di fine anni 90 e inizio Duemila, il trading online sta conoscendo nuovamente un certo successo anche in Italia. Cos'è cambiato? Abbiamo voluto approfondire queste ed altre questioni con Federico Cirulli, responsabile per l'Italia di Cmc Markets, tra i leader globali nel trading online.

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il mercato del trading online e il profilo del trader in Italia?
In base alle ultime stime si calcolano oltre 500mila italiani che ricorrono al trading online e di questi il 96% sono di sesso maschile e operano nel Nord Italia. Percorrono i primi passi optando per obbligazioni ed Etf, dopo di che chi continua su questa strada sceglie soprattutto strumenti derivati e punta sul Forex. In particolare, a scegliere questa modalità sono i lavoratori autonomi, vale a dire liberi professionisti, promotori finanziari, agenti di commercio ecc. che avendo un'organizzazione autonoma della propria attività hanno più facilità a monitorare e verificare nel corso della giornata l'esito delle transazioni.

Si può parlare di un ritorno della new economy? È colpa anche della recente crisi globale economico-finanziaria?
Sicuramente c'è una nuova grande diffusione di questa modalità di investimento e senz'altro ne è complice anche la crisi, dal momento che dopo i noti crack finanziari molti risparmiatori hanno perso fiducia nel modo di operare delle banche tradizionali. Pertanto la comodità di poter decidere direttamente dal proprio pc senza dipendere da nessuno e a condizioni più convenienti e vantaggiose interessa sempre più persone, a maggior ragione se si ha una certa familiarità con le nuove tecnologie e con Internet. Basti pensare che se l'età media dei nostri clienti è pari a quarant'anni sono in aumento i ventenni, soprattutto studenti universitari, che optano per il trading via web. Del resto la nostra piattaforma è in continua evoluzione in modo da andare sempre più incontro alle esigenze della clientela, per far sì che si possa operare da casa piuttosto che dall'ufficio o altrove con ogni tipo di supporto informatico.

I clienti italiani sono propensi al rischio o si tratta di piccoli investitori?
Il panorama è molto variegato. Si va dal piccolo investitore retail che investe la soglia minima di 200 euro e si limita a comprare un'azione piuttosto che un'obbligazione, al grande investitore istituzionale che punta invece su 2/3 milioni di euro.

Che cosa consiglia ai piccoli investitori al fine di non correre rischi?
La regola principalmente è una sola: destinare al trading online soltanto una piccola parte del proprio capitale in modo da non esporsi troppo e diversificare il più possibile il proprio portafoglio con differenti prodotti di investimento.

Ma è bene affidarsi al "fai da te"? Può essere rischioso?
Molti degli utenti che utilizzano la nostra piattaforma sono già esperti, tuttavia non ci si può avvicinare al trading online senza avere determinate conoscenze nel campo finanziario. Di qui il valore aggiunto della nostra offerta, che sta nel mettere a disposizione attività di educational, cioè percorsi formativi via web ma anche corsi collettivi de visu e talvolta anche lezioni "su misura".

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